Per la sua duttilità si è diffusa in moltissime aree del mondo assumendo di volta in volta forme, caratteri botanici e caratteristiche organolettiche diverse.
In particolare la carta di identità della cipolla borettana ci presenta un meraviglioso frutto della terra che è stato capace di nutrire e di curare molte generazioni di Borettesi ma non solo.
Dal 1400 e per più di 5 secoli è stata uno dei prodotti di punta dell’agricoltura di questo territorio. Nel 1920 una stagione avversa causata anche dalla mancata rotazione dei campi dedicati alla coltivazione, ha portato alla perdita di quasi tutto il raccolto e da allora la coltivazione della cipolla è stata abbandonata per proseguire ad opera di due coltivatori Borettesi Andemo e Giulio Ferrari nel comune di Vigatto ( PR) facendo diventare la terra parmigiana luogo deputato alla coltivazione della borettana.
Ricca di sali minerali – soprattutto calcio e fosforo – e di una certa quantità di vitamina C, diuretica, dall’alto potere disinfettante e regolatore dei livelli del glucosio nel sangue, è caratterizzata da un bulbo molto appiattito ai poli, piccolo e con tuniche color paglierino ed è molto utilizzata dall’industria conserviera.
La sua duttilità consente di ottenere due varietà consentendo due raccolti, uno in primavera e uno in autunno – assicurando la presenza della cipolla borettana sul mercato per tutto l’anno.
Dal 17 settembre 2005 gode del marchio di qualità De.co ( Denominazione comunale) ed è stata inserita dalla Provincia di Reggio Emilia nell’elenco delle 42 specie della biodiversità da tutelare
Numerose sono le ricette a base di cipolla Borettana: una su tutte le famose cipolline in agrodolce ottime come contorno – sia calde che fredde – e come sfiziosi aperitivi .